“Dio ricicla, il diavolo brucia” è l’aforisma che Vincenzo De Luca, presidente dell’associazione RiZe Up ci trasmette per snocciolare semplicemente la mission della sua associazione. Siamo nell’area Nolana, in quella che diverrà la sede di RiZe Up, ora in fase di allestimento e strutturazione sotto l’occhio costante del modello Rifiuti Zero. E ciò che non può mancare è senza dubbio la libreria realizzata con cassette da frutta dipinte. Ci accomodiamo e diamo spazio a progetti, idee e obiettivi che l’associazione di promozione sociale cerca di raggiungere e realizzare.
In breve, per cominciare, come è nata e cosa persegue RiZe Up?
RiZe Up è nata come un esperimento di innovazione sociale e sviluppa la sua attività principalmente attraverso tre filoni: sensibilizzazione, educazione e comunicazione per l’ambiente attraverso eventi pubblici, workshop, conferenze stampa ed i moderni strumenti del web 2.0. Inoltre, lo scopo di RiZe Up è quello di realizzare progetti volti all’inclusione sociale e lavorativa di soggetti svantaggiati (immigrati, ex-detenuti, minori a rischio, disoccupati di lunga durata ecc.) attraverso lo sviluppo di una filiera virtuosa dei rifiuti, anche ingombranti, il trattamento preventivo dei rifiuti, i laboratori artigianali per il riuso e riciclo creativo. Infine, RiZe Up punta a fare innovazione, avvicinando domanda e offerta di prodotti “green oriented”, l’ottimizzazione dei processi di differenziazione, lavorazione e trasporto dei rifiuti, la riduzione degli sprechi e il recupero degli scarti di produzione.
Partiamo dall’immediato, cioè dall’Eco friendly party di sabato 15 febbraio per i due anni dell’associazione.
Per il secondo anno consecutivo, inauguriamo l’anno sociale dell’associazione con un evento pubblico, attraverso il quale cerchiamo di incontrare le persone che seguono o vorrebbero seguire le nostre attività. Si tratta di un evento informale, un modo come un altro per incontrare gli amici che ci hanno sostenuto ed aiutato fin dall’inizio e per non perdere di vista lo scopo principale per cui siamo nati: sensibilizzare ed informare su buone pratiche eco-sostenibili. Durante la serata degusteremo degli ottimi prodotti enogastronomici a km0, potremo vedere le nuove proposte che vengono dai laboratori di riciclo creativo del nolano, e ascoltare tanta buona musica.
L’”EcoFriendly Party” è anche l’evento di apertura di Attivambiente 2014, manifestazione giunta alla sua seconda edizione, unico evento dell’Agro Nolano volto a dare visibilità a temi di interesse generale nel campo della difesa e del rispetto dell’ambiente e dello sviluppo di buone pratiche eco-sostenibili.
Già avete pensato a come sarà organizzato il Premio Attivambiente 2014?
Come l’anno scorso la manifestazione prevede la premiazione di personalità che si sono distinte durante l’anno precedente per l’impegno profuso e risultati conseguiti in campo ambientale. Il premio è diviso in tre categorie: impegno istituzionale, impegno civico e giornalismo. L’elemento di novità di quest’anno è “Attivambiente on tour” una sorta di “prequel” durante il quale il Premio Attivambiente si sposterà sul territorio, presso le aziende e le realtà locali per trasmettere in maniera sempre più incisiva e ravvicinata il messaggio, attraverso approfondimenti, eventi pubblici, concorsi, e tanto altro.
Quali sono gli altri progetti che avete messo nel plan di quest’anno? Insomma quali partnership, sinergie e azioni sul territorio…
RiZe Up è uno dei partner del Progetto COHEIRS, l’acronimo inglese di “Osservatori Civici per la tutela della salute e dell’ambiente”, un progetto europeo coordinato dall’Agenzia per le Democrazie Locali (ALDA) di Strasburgo, che si è classificato 1° su sole 6 domande accolte dal Programma Europa per i Cittadini a fronte di oltre 100 richieste provenienti da 27 Paesi, conquistando anche in assoluto l’Award 2013 come uno dei migliori tre progetti europei dell’anno. Al progetto partecipano 17 partners provenienti da 12 Paesi dell’Unione (dalla Spagna, alla Francia, dall’Italia a Malta, fino all’Ungheria, passando per Slovenia, Croazia, Slovacchia, Romania, Bulgaria, Albania e Macedonia), ed ha l’obiettivo di creare una rete europea di “osservatori civici” per verificare come viene applicato negli Stati membri il principio di precauzione sancito dal Trattato di Maastricht e dall’articolo 191 del Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea. Inoltre, attraverso di esso si intende creare creare un albo europeo di “sentinelle per l’ambiente”, che rafforzate dal mandato del progetto, vigileranno sul territorio con compiti di segnalazione per scoraggiare gli abusi, ma anche con finalità di formazione nelle scuole o nelle piazze e di proposta di soluzioni nei confronti delle istituzioni. Il progetto COHEIRS è diretto in Italia dall’ISBEM (Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo) già partner di RiZe Up nell’edizione 2013 del Premio Attivambiente, l’associazione Medici per l’Ambiente (ISDE Italia) ed il Centro Studi “Rifare l’Europa”. Lo scorso 24 gennaio a Roma, presso l’ufficio di rappresentanza del Parlamento Europeo, si è tenuto il primo incontro nazionale del progetto COHEIRS, dove si sono gettate le basi per la nascita di un Forum Nazionale “Cittadinanza, Ambiente e Salute”.
Quali sono i movimenti a cui aderite e come vi state muovendo in Campania?
L’associazione aderisce al movimento Zero Waste International Alliance, nonché alla rete Rifiuti Zero Italia, e si fa promotore a livello locale della “Strategia Rifiuti Zero 2020”. Partecipiamo all’Associazione Nazionale Comuni ed Associazioni verso Rifiuti Zero, con sede a Capannori (LU). Inoltre, siamo tra le organizzazioni che ha depositato in cassazione lo scorso marzo la proposta di Legge di Iniziativa Popolare “Rifiuti Zero: per una vera società sostenibile”, oltre ad essere Coordinatori per la Campania della Campagna raccolta firme a supporto della stessa. RiZe Up è tra i fondatori del Forum Ambiente Area Nolana. Adesso stiamo lavorando insieme a Una Stella per l’Ambiente e a Cittadini Campani per un Piano Alternativo dei Rifiuti alla costituzione di Zero Waste Campania.
Parliamo di te ora: se dovessi ringraziare qualche associazione o qualche persona? A chi maggiormente devi la tua forma mentis e la formazione di una visione così chiara delle dinamiche di sostenibilità, riciclo e la propensione verso “Rifiuti Zero”?
Ho iniziato ad occuparmi di rifiuti quando ero a Bruxelles, quando in Campania e nella città di Napoli imperversava l’emergenza e in Belgio arrivavano immagini indecorose della terra da cui provenivo e a cui orgogliosamente vantavo di appartenere. La scintilla è scattata quando, cercando di spiegare le ragioni di quella crisi ai miei colleghi belgi, francesi e settentrionali, mi sono sentito colpito dal fatto che loro attribuissero le responsabilità di quell’evento catastrofico ad una nostra cultura remissiva e irrispettosa delle regole. Da lì è partita una intensa attività di studio e ricerche che mi ha portato a comprendere meglio le dinamiche sociali, economiche e criminali in cui si è sviluppata l’emergenza campana. Ho iniziato ad occuparmi dei danni provocati alla salute dagli inceneritori e dalle discariche, e rendendomi conto della diseconomicità e insostenibilità dell’attuale sistema di smaltimento dei rifiuti. La soluzione è arrivata quando ho conosciuto la realtà del Comune di Capannori (Lucca), un comune virtuoso che ha fatto della raccolta differenziata e della sostenibilità ambientale uno obiettivo collettivo, uno strumento di crescita economica e sociale, nonché un elemento di promozione del territorio e delle sue risorse umane e naturali. A Capannori ho conosciuto l’allora assessore all’Ambiente Alessio Ciacci, il Prof. Paul Connett, massimo protagonista della crescente diffusione nel mondo della Strategia Rifiuti Zero, e Rossano Ercolini, Goldman Enrivonmental Prize 2013, il principale promotore della rete italiana ed europea per Rifiuti Zero.
A livello europeo, ora che la Campania rientra nella programmazione Horizon 2020 cosa bisogna evitare e cosa invece è assolutamente indispensabile fare?
Siamo abituati a pensare alla Green Economy come a qualcosa dall’alto contenuto tecnologico, legato a scoperte scientifiche straordinarie che cambiano la vita delle persone e attenuano l’impatto ambientale dei comportamenti umani. Io credo piuttosto che la Green Economy passi necessariamente da un cambiamento sociale, un nuovo modo di comportarsi come singoli e come comunità, e che soltanto in un momento successivo viene la scoperta che rende possibile il cambiamento. Apprezzo molto che la programmazione Horizon 2020 della Commissione Europea abbia puntato molto sul tema del Societal Challenges, ovvero sulle sfide che le società devono affrontare, soprattutto la sostenibilità ambientale e l’inclusione sociale dei soggetti svantaggiati. Credo che anche la prossima programmazione regionale debba andare in questa direzione, ovvero evitare finanziamenti a pioggia che alimentano soltanto una concezione assistenziale della finanza pubblica senza produrre risultati, e finanziare piuttosto progetti anche sperimentali volti all’efficienza economica, alla sostenibilità ambientale, e all’inclusione socio-occupazionale, in tutti i settori.
Il riciclo come forma di economia contro lo spreco ed il consumismo sfrenato. Cosa ne pensi?
Ciò che non viene buttato è una risorsa sottratta all’incenerimento. Il nostro sistema economico è caratterizzato dal fenomeno dell’obsolescenza programmata per cui i beni di consumo hanno volutamente un ciclo di vita molto breve, questo per invogliare il consumatore a consumare sempre di più. Il riciclo rappresenta uno dei tanti modi attraverso il quale le persone possono riscoprire il valore degli oggetti, in termini non solo economici, la loro bellezza, il loro costo ambientale ed energetico.
Fioravante Conte