O consello dun pai, Placido Francés y Pascual, Museo de las Belas Artes, La Coruna

Un pallone, un’associazione e las tigres rabiosos

#La Coruña, Galizia

Gaetano Scirea, mai ammonito né espulso, morto a 36 anni. Un emblema del Fair play. Le circostanze sono tragiche: a seguito di un incidente stradale rimane bloccato nelle lamiere di una vecchia auto che va in fiamme col suo carico di benzina supplementare.

Gaetano Scirea. la mia prima squadra di calcio. Noi giovani degli anni 83/84. Una squadra in cui il protagonista principale era la risata: Giuseppe Fusco, Gaetano Masucci, Francesco Spera, Francesco Gaglione, Enzo Napolitano, Vittorio Vetrano. Ecco alcuni dei miei compagni di squadra di quegli anni che poi mi son portato dietro fino ad oggi come amici. Il mio ricordo di loro è sempre pieno ed importante. Sono persone con cui ho condiviso esperienze sui campi di calcio, le risate gioviali di marachelle improvvise ed il gruppo, ciò che oggi in ambito aziendale chiamano team building e che molti aspiranti lavoratori scrivono nel proprio curriculum sotto la formula stereotipata “capacità di lavorare in team”. Non c’è miglior modo di sviluppare e coltivare questa capacità che non sia uno sport. Ed il calcio, la pallavolo, il basket e tutti gli altri sport di squadra e sacrificio, lo sono. Nel sacrificio e nella competizione si legano amicizie, si comincia a pensare per il bene di un gruppo, per un fine condiviso e per una vittoria brillante.

Ho giocato per venti anni a calcio, tra campionati di promozione, prima categoria e qualche anno di eccellenza. Poi, mi sono fermato. Tra noi della Gaetano Scirea di Biagio Peluso annata 83/84 solo Gaetano ce l’ha fatta ed oggi gioca nel Sassuolo che da settembre militerà tra le grandi della serie A. Ho fatto, faccio e farò sempre il tifo per lui.

Perché comincio questo post così? Mi è venuta in mente la mia prima squadra di calcio girando ieri per la città. 

Ho fatto incetta di musei e luoghi che ogni guida consiglia di visitare. E tutto gratuitamente. 4 Maggio, il “Dìa de la Ciencia”, il nostro “Giorno della Cultura”. Una vera e propria “abbuffata” di informazioni tra il MUNCYT (Museo della Scienza e della Tecnologia che proprio ieri festeggiava un anno dalla sua apertura), la Casa del Hombre, Il Museo delle Belle Arti e l’Aquarium Finisterrae. In realtà nel programma erano gratuiti anche il Castillo di San Anton, la Torre de Hércules, il Planetario ed alcuni musei minori che già solitamente sono gratuiti come la Casa Picasso, il Museo Emilia Pardo Bazan o quello di Maria Pita. È formativo girare tra musei e leggere le placchette vicino a ciò che si vede.

Acquarium Finisterrae, La Coruña

Acquarium Finisterrae, La Coruña

Ho trovato estremamente affascinante al MUNCYT il Boeing 747 trasportato a pezzi nella struttura: dalla cabina di pilotaggio, all’ala e la turbina. Il Lope De Vega, nome di quest’aereo principe dei cieli per 40 anni e che ha visto nella sua stiva anche la Guernica di Pablo Picasso, prende il nome dall’intellettuale del XVII secolo che diede alla poesia ed al teatro spagnolo tante idee. Abbiamo fatto scorta di informazioni. Io ne ho fatto una ricerca concitata, soffermandomi su ciò che poteva interessarmi di più. Alla Casa del Hombre, piena zeppa di bambini, è possibile entrare in tutto ciò che riguarda l’uomo e ciò che gli sta intorno. Sembravamo dei bambini in cerca di una spiegazione ai loro tanti perché, degli atleti in cerca sempre di una medaglia in più, di donne incinte in cerca di un soddisfacimento delle loro voglie. E proprio in una parte di questo museo mi sono ricordato della Gaetano Scirea: uno spazio stile The Cage in cui bambini (compreso me) giocavano a fare goal. I miei primi calci erano così: non si aspettava che il momento in cui si finiva di correre per poter calciare o fare “la partitella”. L’agognato premio dopo la fatica.

Boeing Lope De Vega al MUNCYT, La Coruña

Boeing 747 Lope De Vega al MUNCYT, La Coruña

La base di ogni associazione sta nella condivisione. La condivisione forzata è difficoltosa: associarsi, andare verso un socius. Il socius nell’antichità era un alleato. Dalla nascita si è già in associazione o forse essa preesiste alla nostra specie. L’uomo è un animale sociale diceva Hobbes.

Nelle profondità perlacee del cervello ho capito vivendo che l’egocentrismo stride con l’associazionismo che spacca il monolitico essere fisico del mondo, frantuma le emozioni universali di paura, rabbia disgusto, sorpresa e gioia in un universo di sentimenti complessi attraverso la concezione dell’altro, e dell’altrui sentire.
E se oggi, osservando la politica ed i suoi frazionamenti che costituiscono le forme associative per eccellenza indirizzate al bene comune, alla realizzazione di strutture e servizi per i cittadini, per la vivibilità di un Paese, per il miglioramento della qualità della vita. Bene, dicevo, e se… attualmente non ci sono grandi speranze per un futuro affidato alla politica ed ai suoi partiti, sapere che esistono tanti altri protagonisti della galassia associativa costituiti da chi condivide i tuoi interessi, il tuo stesso sentire, la passione per un atteggiamento, per il viaggio, per la lettura, per il cinema,  per l’amore, per la sofferenza ci rende capaci di capire che si affrontano meglio le difficoltà quando si sta insieme.

Dove sono finiti i vecchi politici che almeno avevano la decenza di saper parlare? Dove è l’italiano? Dove sono quelle arringhe in Parlamento costruite su anni di letture impegnate, su studi e interessi profondi, su una ricercatezza di linguaggio che oggi cede il posto al “fregnacce” gridato dal giovane “cinquestellato”? Dove sono Moro, Togliatti, De Martino, Craxi, Andreotti? Si badi bene che in questo momento sto parlando di linguaggio e non di interessi o di doppiogiochismo o arricchimento personale. Una coprolalia imperante. Una chiacchiera oscena e farcita di volgarità. Un turpiloquio che chiude la comunicazione in una infezione cronica.

Penso al “principio di cooperazione” di Grice: dai il tuo contributo così come ti è richiesto, nel momento giusto, secondo i fini e la direzione del discorso in cui sei impegnato. Perché se è indubbio che nel momento giusto una parolaccia o un riferimento sconcio possa inserirsi armonicamente in un discorso e farne esplodere l’espressività è anche indubbio che si tratti di un’azione delicata da calibrare.

O consello dun pai, Placido Francés y Pascual, Museo de las Belas Artes, La Coruna

O consello dun pai, Placido Francés y Pascual, Museo de las Belas Artes, La Coruna

Durante i miei soliti giri per la città ecco campeggiare qui e là come dardi rivolti sotto forma di lettere cubitali impresse sui muri, l’indignazione galiziana: “A Espanha e a Europa son a ruina da juventude galega” (La Spagna e l’Europa sono la rovina dei giovani galiziani). Novelli Demostene del XXI secolo i galleghi si scagliano contro l’Europa e la Spagna, colpevoli, per loro di essere la rovina economica della Galizia, area della Spagna in cui regna sovrana una voglia di indipendenza e nazionalismo forte, alieno dalla potenza del governo centrale.

Fu l’associazionismo a salvare le città greche durante le guerra persiane. Fu all’associazionismo che l’ateniese Demostene, nelle sue quattro filippiche, invogliò le città greche a scendere in forza contro il sovrano macedone. Ma ci si mosse troppo tardi. Come quando senti che qualcosa incombe ed il nemico è alle porte, allora provi ad incitarti con discorsi aspri, violenti, come Demostene fece con i Greci, come Cicerone sull’esempio delle Filippiche fece contro Marco Antonio, esaltando in modo magniloquente la sua forma.

Tra un museo e l’alto mi fermo alla solita Bombilla con i suoi calamari e la tortilla. Ma qualche volta giro a lato, da Villar y Paco, il posto più buono per mangiare Las Tigres Rabiosos, le splendide cozze nella salsa tipica gallega, piccante e saporita. La vecchietta che me le prepara è la tipica figura che osservi e già dal primo superficiale sguardo capisci che sei nel posto giusto. Anche a Santiago de Compostela nello storico Trafalgar c’è una signora di esperienza a preparartele. Sono questi i due posti in cui ho mangiato le migliori Tigres Rabiosos.

Assaggiate assaggiate. Non ne rimarrete delusi. #ParolaDiGhiottoneCampano

Tigres Rabiosos da Villar y Paco, La Coruña

Tigres Rabiosos da Villar y Paco, La Coruña

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...