#A Coruña, Galicia, España#
L’unica cosa che ti puoi portare sempre e dovunque con te. La cultura. Non pesa, è leggera. Non servono valigie e pesa più dei ventitré Kg che mi mette a disposizione la Vueling martedì prossimo quando ritornerò in Italia. Con la cultura sei spendibile ovunque. In qualunque luogo tu abbia voglia di andare. Oggi in Spagna, ieri in Germania, domani in Italia.
È questo il motivo che per cui ho sempre creduto “cosa buona e giusta” che non ci fosse nulla di più importante che spendere i soldi guadagnati per la formazione ed il divertimento: due componenti principali dell’elemento vita. Formarsi e stringere relazioni. Contatti e cultura.
«La parola Cultura mi appare gigantesca, enorme, degna di non essere scomodata di continuo» sono le parole di Giangiacomo Feltrinelli, una personalità che ammiro nel panorama degli intellettuali italiani del postguerra. Nato ricchissimo da Carlo Feltrinelli, Marchese di Gargnano, e presidente di diverse società (Edison e Credito Italiano, tra le altre), oltre che proprietario di Ferrobeton Spa (società di costruzioni), Bastogi e Feltrinelli Legnami, impegnata nel commercio di legname con l’Urss. La cultura alla base del suo girovagare, in diversi paesi del mondo, nel fondare la casa editrice editrice del “Dottor Zivago” di Pasternak e fautrice del premio Nobel per la letteratura assegnatogli. Osvaldo (così era chiamato) è nel 1964 a Cuba con Fidel Castro, con Regis Debray in Bolivia. Viene arrestato e una volta rilasciato, ottiene “Diario in Bolivia”, opera di Che Guevara, e soprattutto la foto “Guerrillero Heroico”, scattata il 5 marzo 1960 da Alberto Korda, divenuta poi celebre in tutto il mondo rendendo iconografico il volto del Che. Abbraccia e finanzia il partito comunista, sogna di rendere la Sardegna una Cuba del mar Mediterraneo, sulla scia dell’azione compiuta da Fidel Castroe secondo gli ideali di Che Guevara. Dopo l’attentato di Piazza Fontana del 1969 la casa editrice viene presidiata dalle forze dell’ordine per i suoi presunti finanziamenti ai gruppi di estrema sinistra. Si da alla clandestinità. Il 14 marzo del 1972, all’età di 45 anni, Feltrinelli muore alla base di un traliccio dell’alta tensione situato a Segrate, alle porte di Milano. Il suo corpo viene ritrovato dilaniato in conseguenza di un’esplosione, ma le cause della morte non sono chiare: c’è chi parla di un incidente occorso mentre Giangiacomo stava organizzando un’azione di sabotaggio, mentre secondo altri si tratta di un omicidio compiuto con la collaborazione della Cia e dei servizi segreti italiani. Anche le Brigate Rossesvolgono un’inchiesta sulla vicenda: dalla loro indagine emerge che il timer della bomba che ha ucciso Giangiacomo era del tipo “Lucerne”, già impiegato nell’attentato avvenuto ad Atene nei confronti dell’ambasciata americana nel 1970.
Quando credere negli ideali era crederci fino alla fine. Fino alla morte. Alla faccia del camaleontismo politico attuale. Problema di cultura, può darsi. O meglio, forse una cultura assoggettata al potere.
Ho comprato ultimamente due corsi di formazione a distanza, la FAD che va tanto di moda oggi perché ti permette di gestire il tuo tempo e la tua crescita professionale. Non importa se entri nella piattaforma alle sette di mattina o alle sei di pomeriggio o alle due di notte. È il tuo tempo e la formazione si adatta alla tua disponibilità: sei padrone di te stesso. E dall’altra parte dello schermo c’è sempre qualcuno che ti aspetta. Li ho comprati su Groupalia, uno dei tanti canali di offerte intelligenti stile Groupon, il primo che è entrato in questa tipologia di business. Ci puoi trovare di tutto: reggiseni imbottiti e modellati senza cuciture, le bici pieghevoli, vacanze e week end sulla costa siciliana, in poderi sulle colline toscane o sulle montagne del Trentino, Spa e giornate benessere, materassi e cuscini, lampade antizanzare, prodotti per la cosmesi, test di intolleranza alimentare, entrate al cinema e tanti corsi. Di lingua, di informatica, di programmazione. Sono in questi campi le maggiori offerte. E così sono stato per due mesi alle prese con un corso di cinese basico, tre ore al giorno, facendo esercizi e sentendomi ogni giorno più soddisfatto. Tramite una piattaforma accedevo a questo corso della New Training School ubicata fisicamente in Sardegna. L’ho terminato due mesi fa. Oggi a distanza di tre mesi mi rimane qualche nozione.
Il cinese mandarino presuppone un doppio lavoro: apprendimento di migliaia di ideogrammi diversi e traslitterazione in Pinyin, dopodiché la traduzione nella lingua in cui desideri parlare. Ogni ideogramma in cinese corrisponde ad una sillaba. Mi hanno detto che nemmeno un cinese conosce tutti gli ideogrammi. Oggi riesco a dire come mi chiamo, conosco i numeri, il verbo essere ed avere. I soliti ringraziamenti ed i vari buongiorno e buonasera. Sono rimasto affascinato dal loro “rén”, la persona. Il simbolo è simile ad una Ypsilon capovolta ed identifica una persona, come se fosse una figura umana con due gambe e proiettata verso l’alto. Il “rén”. E proprio sulla persona si è focalizzato l’ultimo corso che ho fatto, sempre a distanza, nel tempo che ho trovato tra il nuovo lavoro, i blog, le uscite e gli affetti. Sulla persona e la sua gestualità. I segni d’ansia, di paura, di timidezza, di bugia e molti altri. Un corso proposto in versione scontata, da cento euro a nove euro e novantanove centesimi. Wow! Penso. Pur sapendo perfettamente che quasi sempre una cosa vale per quanto la paghi. Ho detto quasi sempre perché oggi, in tempo di crisi mondiale, i prezzi devono per forza di cose scendere molto.
E così mi metto su Deezer e riprendo a scrivere. Spootify, Deezer e tanti altri software di questi tipo ti permettono di ascoltare qualsiasi cantante, gruppo o genere di musica di cui tu abbia il desiderio di farlo. In quel preciso istante, in quel determinato stato (d’animo). Perché si sa, la musica si accompagna sempre allo stato d’animo. Lo stato d’animo è come una bottiglia nel mare che a seconda della corrente in cui si trova viene trasportata. Una bottiglia con la possibilità del libero arbitrio. Ho strutturato il mio Deezer con cartelle in cui ho messo la mia musica preferita. Le cartelle hanno il nome di stati d’animo. C’è tristezza, spensieratezza, passione, rabbia, dipendenza, amore, malinconia, relax. E così a seconda di come sto, do il là alla mia playlist. Quando ascolto qualcosa di nuovo in radio, per strada, nei locali, mi vado a cercare il cantante o gruppo, mi ascolto la maggior parte dei pezzi e quelli che più mi piacciono. Li categorizzo. Pronto. Musica. Scrivo. Mi sento Aristotele.
Ora intanto ho messo su Macaco, Caminaré. E nella mia mente si apre il cassetto dei ricordi con un’altra canzone “Caminando por la vida” di Melendi. Il camminare senza sosta, tra esperienze di ogni tipo, con persone sempre diverse al tuo fianco ma con sempre le stesse nel cuore. Da una vita.
Entrambe queste canzoni sono nella sezione spensieratezza…
Spensieratezza. Vita. Sorrisi. Li ho persi per un po’ senza di te. Ma sempre li ritrovo. Imperterrito.
Fioravante Conte
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