Si tratta di articoli apparsi sul giornale online IlNolano.it e sul settimanale IlNolano Week End tra aprile e maggio 2011.
#Campania In-felix#Napoli#15.04.2011
Lunedì mattina, Centro Direzionale, Regione Campania, isola C2, le autorità hanno voluto incontrare i giornalisti per presentare e raccontare la loro verità sul rapporto Sebiorec, lo studio epidemiologico sullo stato di salute e sui livelli d’accumulo di contaminati organici presenti nel sangue e nel latte materno in gruppi di popolazione a differente rischio nella Regione Campania, condotto nel 2007 commissionato dallo staff dell’allora presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino e costato ben 250 mila euro. Secondo la Regione Campania i dati non sono per niente allarmanti ma rientrano nella normalità del territorio. IlNolano.it ha chiesto il parere a Gennaro Esposito, medico, presidente di Assocampania Felix, vicino a Medici per l’Ambiente ed uno dei più agguerriti sostenitori dell’Unità di Crisi “No discarica nel Nolano”. Secondo Gennaro Esposito “la supposta normalità di cui parlano le autorità riguardo l’intervallo di valori delle diossine, dei metalli pesanti e dei diossino simili è un termine improprio perché si tratta di valori che, come ho già spiegato più volte, non dovrebbero assolutamente comparire, nemmeno in minima parte. Si tratta pur sempre di contaminazione di sostanze tossiche. Inoltre, insieme a tanti altri medici, sosteniamo ancora una volta la necessità di uno studio individuale della popolazione che vive in prossimità delle discariche e non a pool, come è stata effettuata dal Sebiorec.” Dunque, secondo il dott. Esposito, si tratta di uno studio che non presenta i crismi della scientificità poché conduce un analisi pool su sistemi di 10 persone alla volta e dunque ne risulta una sorta di media del campione esaminato: “e capirete bene che se uno presenta 15 nel sangue e l’altro 5, il risultato è 10”. Altro problema di cui non si è parlato per nulla è quello delle bonifiche: insieme all’Assocampania Felix stiamo sostenendo a gran voce la necessità di bonificare le tante aree malate della nostra regione. Sono circa 5000 le discariche in Campania e di queste 3000 sono localizzate nella zona del Nolano e del Casertano. Infine, cogo l’occasione per informare che con i medici per l’ambiente stiamo organizzando un convegno scientifico presso l’Ordine dei Medici di Napoli a cui prenderanno parte il prof. Bianchi del CNR e il prof. Di Domenico dell’Istituto Superiore della Sanità per discutere in maniera più approfondita dei problemi dell’ambiente e di alcune iniziative da far partire”.
Diossine Mortali nel Sebiorec svelato.
Finalmente è stato reso pubblico lo studio Sebiorec ossia lo studio epidemiologico sullo stato di salute e sui livelli d’accumulo di contaminati organici presenti nel sangue e nel latte materno in gruppi di popolazione a differente rischio nella Regione Campania, condotto nel 2007 commissionato dallo staff dell’allora presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, costato 250 mila euro, i suoi dati sarebbero pronti dallo scorso dicembre ma non venivano pubblicati. “Il problema sono le diossine (2,3,7,8 tetracloro-dibenzo-diossina o TCDD) e composti correlati, rappresentano uno degli inquinanti ambientali più comunemente noti, in particolare la TCDD di tipo Seveso, (dal nome della tragedia di Seveso, 10 luglio 1976, nell’azienda ICMESA, che provocò appunto la fuoriuscita di una nube di diossina tipo TCDD che investì la Bassa Brianza ed il circondario) le più cancerogene fra tutte” dice Gennaro Esposito, presidente di Assocampania Felix ma che questa volta parla in qualità di medico. Si pensi che un solo milionesimo di grammo è sufficiente ad uccidere un maialino della guinea e all’uso che se ne fece come defogliante nella guerra del Vietnam.
“Due sono le osservazioni che bisogna fare allo studio Sebiorec: in primis il lavoro non ha i crismi della scientificità poiché conduce un analisi pool su sistemi di 10 persone alla volta. Seconda cosa: i risultati sono più preoccupanti di quanto si potesse immaginare ”. Un esempio è la tabella 8 ASL NA4 Nola, campione 042, valore PCB totali 647 ng/g. Il campione corrisponde a dieci persone e quindi per assurdo si potrebbe verificare che nove non abbiano PCB e la decima ne abbia 647X10 = 6470. “Sarebbe opportuno” spiega Esposito “ripetere le analisi individuali nei pool ad alto picco e cominciare a coltivare zucchine nel raggio di 5 km da loro per dimostrare che quelle sostanze sono li. Il problema principale infatti sono le verdure e la mozzarella”. I risultati con il sistema pool risultano “annacquati”. “Eppure” continua il dottor Esposito “il picco a Nola è altissimo: la media del TCDD ovvero la diossina tipo Seveso è di 2.79 picogrammi. Considerando che il valore ammesso nel sangue è di 1 solo picogrammo e considerando che si tratta di una media, ciò significa che ogni persona presa in esame aveva un livello più alto del’ammissibile di questa diossina mortale. Considerando inoltre che si tratta di un sistema pool, le cose stanno peggio del previsto! Io, parlo personalmente, nelle ultime analisi avevo ben 8 unità”. In effetti, se si esamina la stessa tabella 8, campione 042, Nola e dintorni, ne risulta che la somma delle diossine media è di 647 e qualunque campo si vada ad esaminare nel Nolano si supera la soglia di tolleranza. “Le conseguenze di questa concentrazione di diossine è di tipo metabolica, tiroidea e diabetica fino ad una somma di 40, tumorale quanto più si avvicina a 100”.La diossina si origina nei processi di combustione ove siano presenti carbonio, ossigeno e cloro. Non esiste una produzione industriale di diossina, ma questa viene prodotta soprattutto come impurità durante la produzione di alcuni erbicidi e germicidi o nell’incenerimento dei rifiuti urbani ed industriali. “In particolare negli oli industriali che chissà come vengono smaltiti, nelle plastiche e nei contenitori di tanti prodotti che vanno ad intaccare bruciando soprattutto le verdure. Le verdure e la mozzarella sono gli elementi più tossici del nostro territorio. “Un esempio su tutto: una mia collega vegetariana nelle analisi presenta un livello di diossine sempre più alto ed il pastore Cannavacciuolo di Acerra morto di Cancro con un livello di diossina nel sangue pari a 270 e 33 picogrammi di TCDD”.
#Campania In-felix, Nola# 31.05.2011#
Le “due verità” del Sebiorec
NOLA – L’Azione Cattolica della Diocesi di Nola ha dato il via sabato 28 maggio presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università “Parthenope”, nel complesso monastico di Santa Chiara in Via Pompeo Fellecchia a Nola, ad alcune di iniziative rientranti nel contenitore “Una fede che ama la terra”. Si tratta di una serie di incontri, per la precisione tre appuntamenti, dedicati allo studio epidemiologico Sebiorec (incentrato sullo stato di salute e sui livelli di accumulo di contaminati organici persistenti nel sangue e nel latte materno in gruppi di popolazione a differente rischio di esposizione), commissionato dalla Regione Campania nel 2007 e tenuto a lungo riposto nei cassetti del Palazzo a Santa Lucia. Sotto la spinta delle associazioni ambientaliste, della stampa e dei medici, il rapporto Sebiorec è stato svelato qualche mese fa gettando luce ed ombra sui risultati ed alimentando un dibattito sulla correttezza delle informazioni. Nel dettaglio, ciò che è stato contestato a questo studio, è in primis il campione. Si tratta di un prelevamento a pool, “che da luogo”, sostiene da tempo Gennaro Esposito, medico e membro attivo di Assocampania Felix, “a dei risultati sbagliati, fuorvianti e per nulla scientifici. Il campione dovrebbe basarsi su prelievi individuali e classificati come tali” aggiunge Esposito. D’altra parte c’è l’Istituto Superiore della Sanità e le varie Asl. All’epoca dello studio l’area nolana rientrava nell’Asl Na 4: l’ex direttore del servizio epidemiologico ex Asl Na 4, Raffaele Palombino, ha illustrato nel dettaglio i risultati dello studio, arrivando infine alla conclusione che la situazione non è così grave come la descrivono le associazioni ambientaliste, i media ed i medici. “I valori sono quasi nella norma, vi è solo qualcosa di leggermente superiore e dagli studi è riscontrabile che qui a Nola è dovuto all’alimentazione e all’uso di verdure che sono contaminate da vari fattori: ci sono sorgenti e vie di inquinamento. Dalla combustione , all’accumulo in comparti, a processi biologici fino all’acqua utilizzata per la produzione agricola e zootecnica, per essere assunti poi tramite alimenti, oppure tramite inalazione o ancora tramite il contatto cutaneo”. Per quanto riguarda il livello di presenza di metalli si è nella norma secondo Palombino: “Arsenico, mercurio, cadmio e piombo sono presenti, confrontandoli con Macerata e Roma, città di confronto, nei livelli possibili ed ammessi”.
Decisamente contro queste “illazioni” il dottor Giuseppe Comella, coordinatore di Medici per l’Ambiente, associazione che ha definito Sebiorec “solo un punto di partenza” per indagini più approfondite. “Innanzitutto la metodologia con cui è stato condotto lo studio è decisamente sbagliata: i risultati ottenuti su campioni a pool presenta una scientificità quasi nulla. C’è poi la percezione che si ha nelle famiglie: nell’aria si respira la paura. Ci sono tantissimi casi in più di tumore, è questo è un fatto. Ciò che respiriamo, ciò che mangiamo e addirittura ciò che tocchiamo può essere letale”. Di problemi bioetici e di alimentazione, nonché di tracciabilità degli alimenti ne hanno discusso sia il sindaco di San Vitaliano, Antonio Falcone, sia Gianluca Napolitano, responsabile della condotta Slow Food dell’Agro Nolano. Entrambi hanno focalizzato l’attenzione sulla cultura dell’alimentazione nel rispetto dell’ambiente. “Non esiste una legislazione in Italia che si interessi di tracciabilità e bioetica dei cibi” sottolinea Falcone ed “i controlli sono inesistenti, sia in fase di produzione che di distribuzione” aggiunge Napolitano. Per don Aniello Tortora, responsabile per l’Ufficio di Pastorale Sociale e Lavoro, Giustizia e Pace e Salvaguardia del Creato della Diocesi di Nola, i passi da fare in materia ambientale sono ancora tanti ed un primo importante salto si farà il 12 e 13 giugno soprattutto per l’acqua ed il nucleare. La Chiesa di Nola ha preso posizione e l’ha fatto spronando a votare “Si” per dire “No” alla privatizzazione dell’acqua ed all’installazione del nucleare sul suolo italiano.
Fioravante Conte