Tufino Area Stir, autocompattatori in coda per giorni

L’Odissea dei camionisti: in attesa tra puzza e mosche

Questi articoli sono apparsi sul quotidiano ILNOLANO.IT e sul settimanale ILNOLANO week end nel mese di giugno 2011.

#Tufino, Area Stir

21.06.2011

E’ un pomeriggio estivo nella piana dello Stir Tufino. La storia è la medesima, ogni giorno. Canicola infernale, aria nauseabonda, i compattatori disposti fin oltre la rotonda su tre file in attesa di ricevere l’autorizzazione a scaricare i propri rifiuti e poi ci sono gli autotrasportatori. C’è chi fa gruppo, chi preferisce stare da solo, chi riposa; a dorso nudo o con la maglietta, tra mosche e fetore, come in un forno. Oggi gli autocompattatori fermi sono settantacinque. Giuseppe avrà circa quaranta anni ed è fra quelli che ha preferito scambiare due chiacchiere con altri suoi colleghi. Ci sono con lui Ciro e Francesco. La situazione è la stessa per tutti: ogni giorno partono dalla loro città per scaricare i rifiuti qui allo Stir. “E’ una situazione vergognosa” dice Giuseppe, “ogni giorno da Cimitile arrivo qui e mi tocca fare ore ed ore di fila dando la precedenza agli autocompattatori di Napoli e di tanti comuni che non fanno nemmeno la raccolta differenziata! E qui ci tocca stare al caldo, sotto il sole, bersagliati dalle mosche, sudati e appiccicosi. Non c’è un luogo di ristoro per una bottiglia d’acqua e nemmeno un albero sotto cui ripararci. E’ uno schifo” conclude Giuseppe.

Tufino Area Stir, autocompattatori in coda per giorni

Sto aspettando da ieri mattina, mi hanno dato il cambio una volta ed ora sto ancora qui ad aspettare” racconta Ciro da Brusciano, cinquanta anni, da venticinque autotrasportatore, a dorso nudo nel suo camion, cercando invano un fresco riparo. È pieno di mosche e con la mano, in un gesto quasi meccanico, cerca ogni venti secondi di allontanarle. “Io penso che la situazione non migliorerà fino a sabato. Sono un centinaio qui i camion che devono scaricare e considerando la priorità data a Napoli la vedo lunga: il problema è che nei nostri comuni si crea un disservizio. Due giorni in cui i camion rimangono qui , l’immondizia non viene raccolta. Ci si ritrova poi a dover raccogliere insieme tipologie diversi di rifiuti. E la situazione peggiora, sempre più” conclude Francesco, giovane trentenne di Casalnuovo.

Le reazioni: Carlo Ferone

Cava si, cava no. Mentre nel Nolano si discute e ci si prepara a lottare contro il piano presentato da Cesaro sull’apertura di tre cave in cui andrà a confluire anche il biostabilizzato dello Stir di Tufino, il sindaco Carlo Ferone è rimasto aggiornato a venerdì scorso. Fuori Italia per motivi personali ci confida di non sapere dove saranno localizzate con precisione le cave in cui lo Stir del suo paese sverserà il “compost fuori specifico”. Questo è infatti il biostabilizzato secondo le associazioni ambientaliste: un rifiuto come gli altri in quanto prodotto dal trattamento del tal quale di Napoli che come lo stesso sindaco dice “ha sempre avuto la precedenza di scarico nel nostro impianto”. Il primo cittadino di Tufino sottolinea “Io non conosco attualmente la localizzazione delle cave proposte dal piano Cesaro anche perché essendo fuori Italia non sto leggendo nemmeno i giornali”.

Le reazioni: Gennaro Esposito

E’ anche grazie al Nolano se abbiamo trovato il chimico per il completamento del Comitato Scientifico che si occuperà del monitoraggio della situazione allo Stir di Tufino. Il prossimo passo che faremo sarà quello di raccogliere il biostabilizzato che uscirà dallo Stir per inviarlo in due differenti laboratori di analisi. Di lì poi diffonderemo i risultati”. Sono le parole di Gennaro Esposito, presidente di AssoCampania Felix e membro di Medici per l’Ambiente. “I nostri incontri alla canonica di Schiava di Casamarciano con l’Unità di Crisi “No discarica” nel Nolanocontinuano a svolgersi e stiamo cercando sempre l’apporto di quanti più cittadini ed associazioni per la diffusione dello scempio che si sta perpetrando ancora una volta ai danni del nostro territorio. La lotta al piano di Cesaro di riempire alcune cave del nostro territorio con il biostabilizzato prodotto dallo Stir di Tufino è ormai una minaccia impellente. Tre cave sono già state individuate con sicurezza: una nel Nolano tra Somma e Sant’Anastasia, una nell’Acerrano e l’altra a Caivano“.

Fioravante Conte

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