Questo articolo è apparso sul quotidiano ILNOLANO.IT in data 27.07.2012
#Visciano, Campania#Italia#
Vox populi, vox dei. La cittadella della carità è sulla bocca di tutti: i suoi giochi pirotecnici rimbombano ancora, nella
loro sfarzosità elegante, ed esplodono al di sopra del profilo dorato della Madonna del Carpine che dall’alto del Campanile sembra benedire l’intero Agro Nolano. Importante e d’effetto l’illuminazione: centinaia e centinaia di lampade colorate che espandono calore e colore, che abbracciano, quasi fossero braccia allungate del Santuario, tutta la gente. La devozione e la generosità dei viscianesi per la loro festa è risaputa e conosciuta al di sotto del Monte Visciano tanto è vero che si aspetta sempre con curiosità il cantante dell’anno. Piazza Lancellotti gremita assomiglia a Napoli: forse una esagerazione la costruzione di due strutture imponenti di luminarie simili alla Galleria Umberto sui due lati della piazza. Poi, tra le due ali, un vero e proprio teatro con tanto di sedie allestite e riservate. Ma anche questa volta l’occasione è un grande evento: uno dei migliori “animali da palcoscenico” del panorama musicale e teatrale italiano, “l’istrione” per eccellenza, Giovanni Calone, dal 1968 Massimo Ranieri. Da grande mattatore ha reinterpreto la sua carriera tra classiche canzoni napoletane e arrangiamenti di capolavori, non di sua scrittura, come “Il cielo in una stanza” o “Alta Marea”.
“Non siamo niente altro che guitti, sempre e comunque” diceva Totò e Massimo sul palco a volte è davvero un pagliaccio. Uno di quelli, però, che fa sa far sorridere la gente ed emozionarla: Erba di casa mia, La Vestaglia, Ti parlerò d’amore, La Rumba degli Scugnizzi, Rose rosse, Marechiare, per poi terminare con la rabbia e le urla del cuore di Perdere l’Amore. Sono queste alcune delle perle che incantano quel pubblico che, accorso da tutta la Campania, si sente propinare nel finale anche l’ultimo consiglio: Pigliate na pastiglia, sient a mmè! Insomma due ore piene di professionalità, spettacolo ed arte assoluta. Un’arte assoluta che trova i suoi maestri in personaggi come Totò ed Eduardo De Filippo. Un mito assoluto dell’arte italiana che ospita sul suo palco ballerini, attori ed artisti che, come perline accanto ad un diamante, ne impreziosiscono il valore. Tutta la verve del giovane vecchio Ranieri esplode nella piazza di Visciano: corre Massimo, appassiona e interpreta i suoi pezzi. E gli anni all’anagrafe sono sessantuno: le storie che racconta sono tante, di vita vissuta, di una povertà legata ad una famiglia numerosa e che trova in Giorgio Strehler il perfezionamento artistico attraverso la fatica del teatro, del lavoro sul corpo, dell’apprendimento delle arti circensi, del mimo e del tip tap. E a tutto ciò si aggiunga lo spirito, l’anima, l’emozione. Il cocktail perfetto è servito e ne basta uno per perdere coscienza: Visciano è ubriaca di Ranieri.
Fioravante Conte