Questo articolo è apparso su Cinque Colonne Magazine in data 23.09.2013
#Napoli #PAN, Palazzo delle Arti
Il mondo del giornalismo non sta cambiando. È già cambiato.
Il primo punto fondamentale che emerge dal “Three Days Festival” degli YMD è proprio questo: siamo nell’epoca in cui va ripensata e rivalorizzata in maniera diversa la figura del giornalista, sempre più vicina a quella di operatore della comunicazione, dotato di capacità molteplici ed abile nel spostarsi tra diversi network usando nel miglior modo possibile la amica/nemica tecnologia. I tre giorni di Festival del Giornalismo Giovane sono stati il luogo perfetto per discutere di nuovi format dell’informazione, delle opportunità offerte dalle istituzioni dell’Unione Europea e da altri grandi player del settore, del giornalismo 2.0 che si avvia verso il 3.0, di comunicazione istituzionale, di integrazione e sociale, di equo compenso e nuove sfide.
Tutto ciò attraverso workshop e laboratori, convegni ed incontri con chi, tutti i giorni, è protagonista nella società in continuo e impetuoso cambiamento. Rappresentanti di istituzioni, in primis il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, giornalisti di lunga esperienza come Michele Mezza, Carlo Verna, Enzo Iacopino, giovani promesse e future speranze.
Un Festival purtroppo, in calo per presenze. Degli ottocento giornalisti dello scorso anno nemmeno l’ombra. L’apertura è affidata a CleaNap, Friarielli Ribelli, Let’s do it Italia e Quartiere Intelligente, con il regalo dei giovani giornalisti di un orto urbano alla città di Napoli, azione di guerrilla gardening presso la scalinata monumentale di Montesanto.
È toccato poi al Presidente di Youth Press Italia Simone d’Antonio con il Segretario Michele Giustiniano, l’Assessore alla Cultura di Napoli Nino Daniele e al Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino, aprire i lavori. Nino Daniele parla della città più giovane d’Italia ma anche di quella che meno offre ai giovani e di un circolo tutt’altro che virtuoso: la Regione investe sulla formazione dei suoi giovani e poi li perde. E le altre Regioni d’Italia, Stati d’Europa e fuori d’Europa non possono far altro che sorridere, accogliere i nostri laureati e ringraziare. Si tratta di una drammatica emigrazione intellettuale. Il Festival del Giornalismo Giovane si presenta come una risposta collettiva autopromossa dai giovani stessi incentrata sulla parola chiave “formazione”.
Dai giovani per i giovani nella ricerca di costruzione di un modello virtuoso e dignitoso. C’è spazio poi per le importanti considerazioni del Presidente dell’Ordine Enzo Iacopino sull’importanza della “Salute Istituzionale” e di un “Equo Compenso”. “È faticoso fare questo mestiere oggi. Prima, per le nostre generazioni, c’era anche una sorta di sicurezza economica che purtroppo oggi non esiste più” sottolinea Iacopino e conclude “Di conseguenza, alla base della spinta verso questo lavoro nei giovani c’è qualcosa di più nobile”. Per questo motivo la formazione oggi è qualcosa di indispensabile anche per favorire il rispetto delle norme, per la conoscenza adeguata e la tendenza sempre e comunque verso scelte responsabili. Il 23 Agosto 1945, pochi giorni dopo le tragedie di Hiroshima e Nagasaki, fu chiesto ad uno dei protagonisti di quella catastrofe “Come si potrà vincere la III guerra mondiale”? La risposta: “Con la corsa al sapere, alla virtualità”.
La conoscenza è potere in termini baconiani. Dunque la formazione un’arma. E la penna davvero un proiettile, come sottolinea nel suo intervento il sindaco di Napoli Luigi De Magistris.
Fioravante Conte